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[tab title="Pagina%201"]La mappa qui proposta, inerente l’insegnamento della dimensione religiosa della cultura nella scuola elementare e nella scuola media, tiene conto di tre linee direttive:
- in quanto “insegnamento di religione cristiano-cattolica o cristiano-evangelica”, permette il confronto con il fatto religioso come uno degli elementi fondanti della nostra cultura;
- il confronto con il fatto religioso nella sua universalità e nella sua varietà;
- offre accesso a quella dimensione di profondità, di consapevolezza e di autonomia, elemento costitutivo della ricerca religiosa e fattore importante del cammino di crescita nell’adolescenza.
Figura 33Modello di competenza per l’insegnamento religioso
Ambiti di competenzaSulla base dei principi indicati l’istruzione religiosa può essere articolata in relazione a tre ambiti di competenza.
Formazione culturaleFornisce informazioni sul fatto religioso nella sua dimensione individuale e nelle sue espressioni sociali. L’allievo si confronta con l’ambiente circostante e con le diverse forme umane di espressione.
Formazione umanaValorizza il momento evolutivo nella crescita dell’adolescente, affrontando direttamente tematiche collegate con le esperienze dell’allievo e con le informazioni ricevute.
Formazione socialeSi pone come obiettivo l’inserimento in una società in cui la maturità personale accetta la diversità propria e degli altri e ne fa occasione di dialogo e di arricchimento, al contrario di un appiattimento conformista.
Compito importante dell’insegnamento della religione è inoltre quello di fornire agli allievi competenze di interpretazione critica. Questo include anche una riflessione sulla propria fede religiosa (i momenti di manipolazione politica della religione) e sulla sua visione del mondo. Allo stesso tempo gli allievi devono venire a conoscenza della forza umanizzante che è inerente alle fedi esistenti, del loro impegno per la piena realizzazione dell’essere umano, per la protezione per il creato, per la riconciliazione e la pace.
Processi chiaveLe attività di istruzione religiosa si concentrano soprattutto sulla discussione in gruppo sia di tematiche legate a testi biblici, sia di tematiche legate al vissuto dell’allievo. L’allievo terrà parallelamente una traccia visibile (conforme alla sua età: breve esposto o scheda o lavoro creativo) dell’attività svolta.
ComprendereL’allievo è dapprima stimolato a comprendere sia la tematica con cui si confronta, e quindi a definirla nel modo più preciso possibile, sia i diversi punti di vista portati su un argomento rendendosi conto delle diverse posizioni.
Interpretare e analizzare criticamenteIn secondo luogo si trova a interpretare e analizzare criticamente la tematica alla luce della sua esperienza e delle sue conoscenze personali, confrontandole con quelli dei compagni.
RiflettereDopo aver acquisito tutte le informazioni dai processi precedenti l’allievo è in seguito pronto a riflettere sia individualmente, sia in gruppo sulla tematica affrontata e ad esprimere conseguentemente una sua opinione in proposito, cosciente del fatto che il suo pensiero individuale si esprime in un contesto pluralista.[/tab]
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Religione cattolica e religione evangelicaNel dettaglio i programmi dei due insegnamenti di religione sono stati definiti dalle comunità religiose nel seguente modo.
Religione cattolicaIl primo ordine di competenze, che si attiva nel confronto dei saperi, è di tipo
costruttivo: l’apprendimento e la memoria costituiscono la base insostituibile perché l’allievo possa inserirsi nella ricchezza di una cultura che si trasmette attraverso una tradizione. Una piccola tradizione deve essere costruita anche a livello individuale: questo lavoro è tanto più difficile e necessario, quanto più ci troviamo in una società che stenta a tematizzare in modo lucido e sereno il proprio rapporto con il passato.
Un secondo ordine di competenze è di tipo
critico: per l’allievo che incomincia a costruire la propria autonomia individuale si tratta di dare voce ad un disagio generico nei confronti di quanto in lui è stato ricevuto, di trovare gli strumenti per comprendere ed esprimere le ragioni proprie e quelle della base da cui vuole eventualmente staccarsi.
Un terzo ordine di competenze è di tipo
riflessivo: corrisponde ad un bisogno di intimità personale (ed è quindi un lavoro difficilmente controllabile). L’allievo crea uno spazio (e trova un tempo, immediatamente improduttivo) per elaborare e per affrontare una complessità del mondo esterno e del mondo interno come non la poteva conoscere prima.
Nel corso di religione, l’allievo viene a conoscere mondi culturali diversi e talvolta distanti dalla sua realtà: le proprie radici, lontane nel tempo, problematiche non immediatamente accessibili, culture e religioni diverse. Un atteggiamento di rispetto nei confronti di quanto si presenta immediatamente come diverso si traduce in termini di disponibilità a conoscere e di curiosità.
La distanza è un secondo elemento funzionale che si inserisce sul primo: non intesa come refrattarietà, ma come percezione della diversità, nel processo in cui si costruisce un’identità personale.
Caratterizza l’approccio religioso dell’esistenza una dimensione realistica e pratica della ricerca; non si tratta di un lavoro puramente ipotetico, nozionistico o esclusivamente intellettuale, bensì esistenziale e, si può dire, anche urgente. La
serietà nel cogliere la realtà di certi problemi forti dell’esistenza umana, sia a livello individuale sia a livello sociale, e l’impegno nel cercare vie di soluzione, è un indicatore della maturazione religiosa e umana dell’allievo.
Religione evangelicaNel campo delle competenze
cognitive generali, che si attiva nel confronto dei saperi, l’allievo sa cogliere il fondamento storico e le motivazioni delle diverse espressioni del fatto religioso in generale e di quello cristiano in particolare. Sa collocare correttamente nel tempo il fondamento storico e le motivazioni delle diverse espressioni del Cristianesimo. La cultura biblica acquisita, anche se parziale, gli permette di coglierne il significato nella ricchezza della cultura in cui vive.
Sotto il profilo delle competenze
metodologiche e critiche l’allievo sa utilizzare il testo biblico, situare le più significative storie bibliche nel contesto della storia d’Israele e della predicazione cristiana, mettere a confronto e commentare i testi, conoscere i generi letterari, situare i brani nel loro contesto storico e culturale. Sa riconoscere le diverse espressioni del linguaggio, i simboli e l’esperienza religiosa della tradizione ebraico-cristiana presenti nella società. Riesce a dar voce al proprio disagio nei confronti di quanto ha ricevuto dalla tradizione religiosa in cui vive e sa individuare le principali confessioni cristiane e quelle non cristiane motivando le loro differenze.
In ordine alle competenze
riflessive l’allievo riconosce le dimensioni significative nelle quali ha luogo il processo di sviluppo della persona (fiducia, speranza e amore). Egli impara a porsi in modo critico e responsabile anche verso se stesso e ad individuare i germi degli atteggiamenti d’intolleranza e di chiusura su alcune tematiche esistenziali. Dagli stimoli offerti dal giudizio dei profeti e dagli insegnamenti di Gesù egli impara a porsi in modo critico e responsabile di fronte ai numerosi idoli cui la persona spesso lega il suo essere e ne diviene dipendente.
Il pluralismo religioso è un fatto sociologico inconfutabile con cui gli allievi a scuola o nella sfera privata si sono confrontati, a volte anche in modo conflittuale. Nel corso di religione l’allievo ha la possibilità di conoscere, approfondire ed apprezzare le diverse espressioni culturali e religiose della società in cui vive. Egli sviluppa un atteggiamento
critico di ricerca teso a una migliore comprensione degli altri. L’insegnamento di cultura religiosa si caratterizza per la convinzione che la religione è strettamente legata alla vita umana e che essa costituisce un elemento importante dell’interpretazione di sé e del mondo. Egli prende coscienza che le grandi questioni dell’etica, della vita e della morte, sono profondamente intrecciate con il discorso religioso.
L’allievo è attento a cogliere la realtà di certi problemi forti dell’esistenza umana sia nella dimensione individuale sia in quella sociale. Questo lo porta ad avere una maggiore
attenzione ai suoi bisogni più intimi sul senso della vita ed ad una maggiore consapevolezza di sé.
Nell’insegnamento di cultura religiosa il concetto di educazione si innesta con quelli di
liberazione e umanizzazione visti anche nel contesto storico-politico-economico. L’allievo è così portato ad assumere un atteggiamento responsabile di fronte alla società ed ai valori di giustizia, pace ed accoglienza.
Progressione della competenza ►
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