L’articolazione del
tempo nei ritmi della giornata, tra gioco libero, attività guidate e routine e la sua organizzazione, intenzionalmente progettata tenendo conto delle caratteristiche di ciascuno e del gruppo, sono elementi fondamentali per il benessere del bambino e per la sua motivazione ad apprendere. Nella SI il bambino sperimenta per la prima volta tempi e rituali di una comunità più ampia e complessa di quella familiare, nella quale sono previsti sfide e compiti sempre più impegnativi. Si tratta di tempi pensati, non frammentati, liberi e regolari a un tempo e tali da riconoscere i ritmi individuali e da favorire la concentrazione e la socialità. Essi permettono di alternare attività intense, intellettuali, comunicative, espressive e/o motorie con momenti liberi e di riposo. La loro progettazione è strumento essenziale per aiutare il bambino ad adeguarsi progressivamente a scansioni più definite, necessarie per apprendimenti e responsabilità più complesse.
Lo spazio è da considerare un vero e proprio mediatore didattico, un elemento cardine che, affiancando l’educando e l’educatore, costituisce, al pari dei contenuti di insegnamento-apprendimento, il terzo polo del rapporto educativo. La SI pone al centro del processo formativo il bambino che apprende in modo dinamico ed attivo in un ambiente che si specializza incorporando la funzione educativa (tesi dell’educazione indiretta). All’insegnante compete, attraverso l’oculata scelta e organizzazione dei materiali e la strutturazione pensata dello spazio e del tempo, la costruzione di un contesto ricco di relazioni e di significati condivisi dal gruppo e capace di sollecitare motivazioni, interessi, gratificazioni.
Nella SI gli spazi, gli arredi, i materiali e la loro organizzazione giocano quindi un ruolo fondamentale: progettati collegialmente e intenzionalmente sono sufficientemente aperti da essere ridefiniti e interpretabili a seconda dei progetti emergenti.
L’arredo, inteso come elemento mobile, e più in generale tutto quanto costituisce un’aula (suppellettili, decorazioni, cartelloni, ecc.), rendono possibile la trasformazione dell’ambiente in base ai bisogni di apprendimento e socialità, di concentrazione, di isolamento e riposo, di gioco e di movimento dei bambini.
Gli spazi costituiscono campi di indagine e di sperimentazione, che fanno appello a tutti i sensi del bambino e che creano quel benessere in cui la costruzione del Sé e la costruzione della conoscenza possono dispiegarsi. È importante che gli stessi bambini possano partecipare all’organizzazione degli spazi, in modo da farvi confluire la storia di ognuno, gli elementi della territorialità, in cui la scuola è inserita, così come quelli appartenenti alle differenti culture e tradizioni rappresentate nel gruppo.
Al docente spetta il compito di considerare attentamente la differenza fra ricchezza ed eccesso di stimoli e di promuovere nel bambino lo sviluppo di una sobrietà e di una sensibilità estetica che sappia porsi in contrasto con i modelli del consumismo dominante.
La SI riconosce l’importanza di ogni forma di attività proiettivo-simbolica del bambino: il gioco può essere considerato, al pari del linguaggio e del disegno, una modalità di cui il bambino si serve per costruire e ricostruire la realtà. La dimensione ludica ha in questa fase evolutiva una centralità senza pari rispetto ai successivi gradi scolastici. Attraverso il gioco i bambini:
- costruiscono rapporti sociali;
- utilizzano la loro immaginazione al fine di rimodellare il mondo per adeguarlo alle loro idee;
- imparano, provando e sbagliando, ma senza alcuna paura di fallire;
- pongono domande a loro stessi e inventano le proprie risposte.
Per coloro che sono coinvolti nel gioco è importante l’attività, non il risultato. Giocare significa infatti imparare con tutti i sensi, con un potente coinvolgimento emotivo, con energia mentale e fisica. Il gioco rappresenta una sfida e contemporaneamente un beneficio per l’intera persona.
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