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​​​​​​Codice QR I-4: Risposte alla Parte 2


1. Secondo te, cos'è la schiavitù?

La schiavitù è una forma di lavoro forzato. Uno schiavo è privato della sua libertà, non è considerato un essere umano. È di proprietà del suo padrone, per il quale lavora gratuitamente. Dal XVI al XIX secolo, uomini, donne e bambini neri sono stati trasportati, contro la loro volontà e come fossero merci, su navi dirette in America dall'Africa, per lavorare nelle piantagioni di cotone e in altre terre coltivate. Era l'epoca della tratta degli schiavi. Ci sono state altre forme di schiavitù nel corso della storia dell'umanità, ma la tratta degli schiavi ha particolarmente definito e influenzato il razzismo delle persone bianche nei confronti delle persone nere, e lo influenza ancora oggi. È durata molto a lungo, addirittura tre secoli.


2. Osservando questo manifesto, sei in grado di spiegare cos'era uno zoo umano e a cosa serviva?

Dal XIX al XX secolo, migliaia di uomini, donne e bambini provenienti da Paesi considerati «esotici» sono stati esposti nelle fiere e nelle esposizioni universali in Europa e in America. Le loro caratteristiche fisiche e i loro stili di vita sono stati esibiti in modo tale da consolidare lo stereotipo del «selvaggio» associato alla loro origine geografica. Milioni di persone bianche hanno assistito a queste messe in scena, rinforzando così la loro immagine di un'Africa selvaggia, arretrata e incivile, una rappresentazione che persiste ancora oggi nella nostra società.


​3. Perché uno zoo umano è razzista?

Uno zoo umano gerarchizza: attribuisce meno valore alle persone nere rispetto alle persone bianche.
Uno zoo umano essenzializza: le persone mostrate sono ridotte ad una sola etichetta, quella di «nere».
​Uno zoo umano rafforza lo stereotipo del «selvaggio».


5. Perché questi due episodi sono esempi di razzismo?

La Svizzera ha creato una gerarchia, attribuendo agli ebrei meno valore rispetto ai non ebrei. Ha ridotto il popolo ebraico a un unico tratto distintivo della sua identità: la sua religione. Ha discriminato gli ebrei rifiutandosi di farli entrare nel suo territorio. Dopotutto, sapeva che queste persone rischiavano di essere uccise dai nazisti una volta rientrate in Germania. Il fatto di non aver cercato di proteggerle rende la Svizzera complice dei crimini dei nazisti.

Seguendo la stessa logica, la Svizzera ha attribuito meno valore ag​li Jenisch. Li ha essenzializzati riducendoli soprattutto all'etichetta di «nomadi». Li ha separati dai loro figli, li ha obbligati a sedentarizzarsi (ad avere un luogo di residenza stabile) e li ha sterilizzati (in modo che non potessero più avere figli). Tutto ciò con l'obiettivo di far scomparire la cultura Jenisch.​