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Docente e Ricercatrice presso la Facoltà di scienze bio-mediche dell’Università della Svizzera italiana
Anne-Linda Camerini è Docente-Ricercatrice presso la Facoltà di Scienze Biomediche dell’Università della Svizzera italiana. Ha conseguito un dottorato in comunicazione sanitaria e la sua ricerca si concentra sul ruolo dei media digitali nello sviluppo e nel benessere di bambini e adolescenti, avvalendosi di metodi innovativi per la raccolta e l’analisi dei dati.
I suoi progetti sono principalmente finanziati dal Fondo Nazionale per la Ricerca Scientifica e realizzati in collaborazione con il DECS e altri partner attivi sul territorio ticinese.
Oggigiorno, i media digitali, come smartphone, smartwatch e console per videogiochi, sono ampiamente diffusi tra gli allievi delle scuole del Cantone Ticino. Da diversi anni, il loro impatto sul benessere dei giovani ha suscitato grande interesse, considerando il benessere sia dal punto di vista cognitivo-fisico sia da quello socio-emotivo. Tuttavia, la maggior parte degli studi in questo ambito è stata condotta in paesi con contesti socio-culturali diversi dal nostro e si basa su ricerche trasversali, che limitano la possibilità di trarre conclusioni di causa-effetto.
Dopo una breve introduzione al progetto MEDIATICINO, svolto dal 2014 al 2021 per indagare l'impatto dei media digitali sul benessere degli allievi in Ticino nel passaggio dall’età preadolescenziale all’adolescenza, l’intervento presenta una selezione di dati sull’uso dei media digitali tra gli studenti della scuola media, evidenziando il legame con il loro andamento scolastico e benessere mentale.
L’intervento si conclude con alcune raccomandazioni sulla gestione dei media digitali e sull’educazione a un uso consapevole da parte dei giovani.
Professore associato presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi di Milano Bicocca
Si occupa di Sociologia dei media. I suoi interessi di ricerca riguardano: le differenze individuali e sociali nella fruizione di Internet; la qualità della vita digitale; la digitalizzazione della scuola e dell’educazione. In particolare, si è occupato di "disuguaglianza digitale" e di "competenze digitali", soprattutto tra i giovani.
È coordinatore del Centro di Ricerca"Benessere Digitale" (www.benesseredigitale.eu), che è attivo su diversi progetti di ricerca relativi alla qualità della vita nella società in rete.
È membro dell’ICA (International Communication Association), dell’ECREA (European Communication Research and Education Association) e dell'AIS (Associazione Italiana di Sociologia).
La relazione offre una sintesi dello stato dell'arte della ricerca e del dibattito pubblico sul rapporto tra media digitali e minori. Dopo una "era degli entusiasmi" dei primi due decenni degli anni 2000, in cui il sistema scolastico ha messo in luce soprattutto le opportunità della digitalizzazione per l'apprendimento e l'educazione, stanno emergendo negli ultimi anni le molte problematicità prima sottovalutate. La relazione porta l'esempio della "Rete dei Patti Digitali": gruppi di genitori, scuole, istituzioni locali e associazioni si accordano localmente sulle tappe più significative dell'educazione digitale di bambini e preadolescenti. Nella relazione, l'autore discute pure il documento "Costruire il benessere digitale a scuola. Un documento programmatico" che affronta temi come la sovrastimolazione digitale in classe, lo sconfinamento dell'uso del registro elettronico, le chat di classe di studenti e genitori, i compiti a casa su Internet.
Professore Ordinario di Didattica e Tecnologie dell’Istruzione all’Università degli Studi di Firenze.
Maria Ranieri è Professore Ordinario di Didattica e Tecnologie dell’Istruzione all’Università degli Studi di Firenze dove dirige il Laboratorio di Tecnologie dell’Educazione e il Master in Le nuove competenze digitali. Si occupa di tecnologie digitali e processi formativi, coordinando svariati progetti internazionali e realizzando numerose pubblicazioni, tra cui Scuola e Intelligenza Artificiale. Percorsi di alfabetizzazione critica (Carocci, 2024). È co-editor della rivista Computers & Education.
I recenti progressi nelle intelligenze artificiali generative conversazionali sollevano importanti questioni etiche e pedagogiche, ma allo stesso tempo offrono nuove opportunità nel campo dell’educazione. La relazione presenta idee e modelli utili per supportare la formazione di educatori e insegnanti, promuovendo un approccio incentrato sull’essere umano, una maggiore consapevolezza etica, lo sviluppo del pensiero critico e della creatività. L’insegnamento dell’IA deve essere inclusivo, interdisciplinare e articolato su più livelli, incoraggiando l’autonomia e la valorizzazione delle capacità individuali in un percorso di crescita personale, professionale e sociale.
Psicologo e psicoterapeuta. Presidente della Fondazione “Minotauro” di Milano. Docente presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università Milano-Bicocca e presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica di Milano.
È autore di numerose pubblicazioni sull’adolescenza, le più recenti: L’adolescente. Psicopatologia e psicoterapia evolutiva (con L. Cirillo, T. Scodeggio, T. Zanella, Raffaello Cortina, 2020 ). L’età tradita. Oltre i luoghi comuni sugli adolescenti (Raffaello Cortina, 2021). Figli di internet. Come aiutarli a crescere tra narcisismo, sexting, cyberbullismo e ritiro sociale ( con L. Cirillo, Erickson, 2022). Sii te stesso a modo mio. Essere adolescenti nell’epoca della fragilità adulta (Raffaello Cortina, 2023).
Nell'era post-narcisistica, i figli e gli studenti affrontano il paradosso di dover essere sé stessi secondo le aspettative degli adulti, spesso fragili e in cerca di conferme. Questa dinamica influenza la crescita dei bambini e degli adolescenti, contribuendo in modo decisivo allo sviluppo del disagio generazionale. È invece importante l'offerta di una relazione autentica e di un sostegno empatico da parte di genitori, insegnanti ed educatori. Solo riconoscendo e affrontando la propria vulnerabilità, gli adulti possono accompagnare adeguatamente gli adolescenti nel loro percorso di realizzazione personale, evitando che i ragazzi individuino in Internet l'unico ambiente dove non sentirsi soli.
Collaboratrice scientifica presso la Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’Università della Svizzera italiana.
Ha conseguito la laurea in Psicologia presso l’Università degli Studi di Parma e il titolo di dottore di ricerca in Neuroscienze presso l’Università degli Studi di Torino.
Ha svolto periodi di formazione sui metodi di ricerca in neuroscienze cognitive e sociali presso l'Università di Vienna, l'Università di Nottingham, l'Università di Utrecht, la University College London (UCL) e Wellcome Centre for Human Neuroimaging di Londra. Durante tale periodo ha acquisito competenze interdisciplinari nel campo dell’indagine dei meccanismi neurofisiologici coinvolti durante la comunicazione e le interazioni sociali.
Le sue ricerche sono volte allo studio delle tematiche delle neuroscienze sociali, quali esclusione sociale, inclusione sociale, supporto sociale, appartenenza al gruppo, empatia, emozioni, comunicazione, decision making, neuroeconomia, psicologia e neuroscienze applicate all'innovazione digitale.
Nell'era digitale il benessere del cervello sociale in età evolutiva rappresenta una tematica di grande attualità e rilevanza in vari campi, da quello educativo e familiare a quello sociale. Evidenze neuroscientifiche mettono in luce implicazioni significative per lo sviluppo del cervello sociale, ovvero quella parte del nostro cervello che gestisce le interazioni sociali, l'empatia, il senso di appartenenza, le capacità di cooperazione e di comportamento prosociale. Come l'utilizzo delle tecnologie può modulare durante l'infanzia e l'adolescenza i processi coinvolti nel cervello durante le interazioni sociali?
Ricercatore presso il Dipartimento di Filosofia dell'Università di Roma La Sapienza.
Le sue aree di ricerca sono la filosofia della tecnologia e la filosofia delle scienze cognitive. Negli ultimi anni si è concentrato su questioni ontologiche e morali relative agli artefatti cognitivi, indagando anche l'impatto delle tecnologie digitali sul benessere personale.
È autore del libro Il benessere digitale edito dal Mulino (2019) nel quale ci si interroga sulla relazione fra tecnologie e benessere, per comprendere come esse possono favorirlo o ostacolarlo, come dovrebbero essere progettate in futuro e quali capacità di auto-regolazione permettono, oggi, di sfruttare il loro potenziale benefico.
La relazione mira a discutere come le tecnologie digitali impattano sul benessere soggettivo degli utenti e in particolare dei minori. La domanda principale che viene affrontata è la seguente: in che modi le tecnologie digitali contribuiscono al benessere e in quali invece possono ostacolarlo? Dopo aver presentato alcune evidenze scientifiche, si evidenziano che in questo contesto le problematiche maggiori derivano dalle dinamiche economiche che oggi governano il digitale. Nel corso della relazione, vengono mostrati alcuni modi tramite i quali queste ultime incidono sul design tecnologico, rendendolo ostile per gli utenti. Si conclude con una riflessione rispetto alla necessità di regolamentare le tecnologie digitali in ambito scolastico.